Silvia Ghisio

Sostenibilità e candidate experience - Si può fare meglio?

Sostenibilità e candidate experience - Si può fare meglio?

Sostenibilità e candidate experience - Si può fare meglio?



Io dico di sì

E' possibile [e doveroso] fare meglio [della storia che condivido qui - febbraio 2020], soprattutto se la tua sede aziendale si trova “fuori mano” rispetto alle professionalità che cerchi. 

Quella che racconto è una storia vera.

Ho deciso di raccontarla qui dopo aver letto l’ennesimo articolo in cui si parla [male] dei candidati e di come facciano addirittura “ghosting”.


Forse invece di puntare sulla lotta dovremmo esercitarci semplicemente ad essere empatici, gli uni con gli altri e chiederci “io al suo posto che cosa farei?”

"Gentile Dottoressa, 
Le scrivo per condividere la mia esperienza e per chiederle consiglio.
Ho esperienza in reception e nei servizi generali, parlo inglese e tedesco. Mi sono candidata presso un’azienda del territorio dove vivo, una zona a densa frequentazione turistica e con poche ma importanti aziende.

Ho ricevuto una mail da parte del titolare che ringraziava per la manifestazione di interesse e mi informava che sarei stata presto invitata ad un colloquio conoscitivo. Sono stata molto felice di questo pronto riscontro perché ho capito che dietro alla mail generica “info@..” - dato che non era presente la mai hr@ oppure lavora con noi - c’era davvero una persona! Qualche giorno dopo ricevo una comunicazione in cui mi si dice di aver inoltrato il mio cv ad una società di selezione incaricata di ricercare una figura specifica in ambito servizi generali e che quindi sarei stata contattata da loro. 
Sono stata felice di essere stata presa in considerazioni per una selezione effettiva!

Nell’arco di una settimana:
  • ricevo una telefonata da parte di una consulente di selezione che voleva verificare i miei dati già in loro possesso, forse qualche anno fa mi ero candidata quando per motivi di studio avevo un differente domicilio… ho spiegato di si, che ero già stata a colloquio da loro per una posizione di receptionist probabilmente quattro anni prima…
  • Mi comunica di aver ricevuto la mia candidatura spontanea in azienda e che aveva fretta di vedermi a colloquio. 
Concordiamo di vederci due giorno dopo - dovevo infatti avere il tempo di chiedere un permesso: il colloquio viene fissato in altra provincia rispetto alla sede dell’azienda.
Prendo una mattina di ferie.

La mia presenza in struttura dura circa 30 minuti di cui almeno 20 per colloquio.


Avevano un mio cv vecchio [penso…ma l’azienda non aveva girato il mio?]
Nell'era digitale non ho pensato di girare col cartaceo, nemmeno l'avevano chiesto del resto...
Avevo anche ricevuto un format via mail da stampare e portare al colloquio per la raccolta delle referenze [si fa ancora col gdpr?] che poi non mi è stato chiesto; forse con l’occasione avrei potuto mandare anche il cv aggiornato? 
Ho sbagliato io?

Ha commentato che fosse difficile ricostruire la mia esperienza professionale -perché? -  è quindi partita a chiedermi di ricostruirla dal diploma in poi e ho cercato di essere sintetica, anche in inglese, in tedesco no perché la persona non lo parlava.


Non ho ricevuto domande specifiche, né su esperienze passate, né sul motivo della mia candidatura. 




Aveva fretta e abbiamo concordato un secondo colloquio la mattina successiva - a distanza. 

Non sto a raccontarle le peripezie per organizzarmi al colloquio a distanza in orario lavorativo!
Poi.
  •   Mando invito e non succede nulla,
  •   Scrivo una mail per e, nulla. 
  •   Chiamo al cellulare e, nulla. 

Mi sono sentita in colpa nei confronti del mio capo per aver solo pensato di “rubare” del tempo e per giunta per farmi conoscere da un altro potenziale datore di lavoro!


Mi sono sentita stupida! 



Dopo circa un mese
ho letto un annuncio di lavoro dell’azienda in questione e cercavano proprio una persona ai servizi generali!
Ho preso coraggio e ho richiamato la società di selezione per avere notizie. 
Con grande sorpresa apprendo che "aveva fretta di chiudere" e quindi portato avanti la mia candidatura in azienda.
Non ha risposto ai miei messaggi perché in ogni caso aveva "portato avanti il mio cv".
Non ha risposto perché non serviva più approfondire. 


Ora "tecnicamente" potrei semplicemente aspettare di ricevere eventuale chiamata dall’azienda per un colloquio in sede, ma a qualcuno devo dirlo che non è stata per me una buona esperienza:
Mi è costata due giornate di ferie più le spese di viaggio
Ho soprattutto avuto la sensazione di avere un cv "strano", di non avere ricevuto comunicazioni.

Non so se essere più delusa o arrabbiata.
Non so he cosa fare nel caso mi ricontattassero perché, dopo tutto, non so che cosa aspettarmi.
Esperienze così ti fanno perdere entusiasmo.
R.S. 10 febbraio 2020"


Considerazioni mie:

Non mi aspettavo nell’era di
  • Glassdoor,
  • del branding,
  • di Digital HR,
  • della talent attraction

di trovare così poca sensibilità sei confronti della relazione con la persona. 


Se arrivasse un cliente spontaneamente alle porte dell'azienda lo tratteresti cosi? 

Che cosa sarà mai successo nella testa dell'imprenditore, in questo caso?


  • Forse in azienda nessuno era in grado di condurre un colloquio di selezione? 
  • Quale valore aggiunto nel mandare una candidatura spontanea una società di selezione distante trecento chilometri? 
  • Forse anche in azienda si corre il rischio di crogiolarsi con preconcetti per cui possa risultare più desiderabile passare per un’esperienza del genere piuttosto che per un dialogo franco? 
  • Perchè lasciare un ricordo così? 
  • Chi gestisce l’immagine di chi? [la società di selezione quale valore aggiunto offre in questo caso all'azienda?]
  • Quanto budget dedichiamo alla selezione del personale ogni anno? 
  • Quanto vale gestire la relazione con le candidature spontanee? 
  • Lo farei con le richieste commerciali da sito? 


Ho passato giornate in aula con i responsabili del personale di aziende dove abbiamo “scardinato il concetto di vendita della posizione” lavorando sui diversi aspetti che consentono oggi di misurare l'impatto delle azioni in azienda, senza dover "vendere" qualcosa in cui non si crede. Forse la cosa difficile è proprio questa?


Sono ancora molto sensibile a questo tema anche oggi perché ho passato diversi anni della mia vita in azienda a studiare il modo di raggiungere le persone attraverso strategie di comunicazione integrate a all’esperienza. Il momento della verità è quello in cui sperimenti l’esperienza di servizio: ecco oggi è fatto di tanti momenti un pò fisici un pò digitali attraverso i quali viaggia la capacità di far vivere l’esperienza del rapporto con te. Prospect o candidato non fa differenza. 


Se hai dubbi su come attrarre e selezionare in maniera sostenibile i tuoi futuri colleghi, scrivimi, avrò modo di condividere quello che so, anche su come si possa rendere una esperienza gradevole e rispettosa dell’immagine della tua azienda. 




Intervengo su questi argomenti in consulenza e come docente in diversi Master rivolti ai responsabili HR in diverse città. 

Il prossimo sarà a settembre e online. 
Scrivimi per ricevere il link di iscrizione.

[articolo pubblicato su Linkedin febbraio 2020]

PhygitalHr © è il nuovo approccio sostenibile per gestire le relazioni con le persone dentro e fuori l’azienda. 

E’ un progetto di energiaPura, la mia società di consulenza green HR 

Grazie per aver letto sin qui, sarò lieta di ricevere tuoi commenti. 

Silvia Ghisio 





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