Sono uscita dalla piscina dopo aver risposto ad alcune mail, riordinato casa, pensato, pianificato, sorriso e desiderato diverse cose.
Ho ricontattato quel numero da cui ho ricevuto una chiamata ieri pomeriggio. Avevo richiamato ma... “la collega era già uscita” e “la collega” aveva solo un nome, non un cognome né una mail personalizzata... stagista@. Poi ho trovato un sms in cui la giovane recruiter mi invitava a ricontattarla se ancora interessata alla posizione permanent.
“Eccoci qui, si ho tempo per un breve colloquio telefonico”.
Ho ascoltato, ho cercato di immaginare chi ci fosse dall’altra parte, mentre camminavo coi capelli ancora umidi. Ho rivisto gli occhi di tutti i miei 10 giovani colleghi con cui un anno fa abbiamo realizzato risultati importanti come reclutare, selezionare e assumere circa 3000 persone in poche settimane… e per loro era solo la prima esperienza. Ce l’abbiamo fatta! Il lavoro del recruiter è per persone curiose, caparbie, positive, creative, capaci di aprire e chiudere in breve tempo. Già al telefono devi essere in grado di capire diverse cose ma ancora prima devi cogliere quello che un pezzo di carta con delle scritte è in grado di trasmetterti.
Avrò 44 anni fra un mese, lavoro da quando ne avevo 17 (l’età di mia figlia e anche lei ha avuto le sue prime esperienze durante l’estate) e ho studiato il settore del temporary work prima che nascesse in Italia. Mi era sembrata una genialata quel “pacchetto Treu”. Ero andata nella vicina Svizzera per intervistare gente che già se ne occupava, prima di decidere di investire il mio lavoro di tesi proprio su quel settore in start up che avrebbe introdotto diverse rivoluzioni sul nostro mercato del lavoro.
Proprio ieri, durante l’affiancamento a un servizio di orientamento di #greenJobs ho incontrato una giovane professional del settore finance che ha detto una frase che avevo pronunciato io precisamente 22 anni fa. Al corso di “formazione manageriale” tenuto da una stimata manager di FIAT (si chiamava così...) e si parlava delle competenze e di professionalità quando esclamai “ma allora la professionalità è un prodotto da vendere che va arricchito di volta in volta per risultare appetibile sul mercato”. Ho notato gli sguardi spaventati di molti compagni di corso… Poi ho capito... attenzione: non è la persona il prodotto, bensì la professionalità.
Tutte le persone che a oggi (più di 9.000) ho visto in aula per assessment o sessioni formative hanno avuto prima di ogni cosa questa distinzione: Ruolo / Persona. La persona vale a prescindere dai risultati di performance. Le competenze sotto le aspettative si possono sviluppare attraverso azioni di sviluppo. Le performance sotto le aspettative necessitano di analisi di contesto e di comportamenti per comprenderne i motivi e introdurre cambiamenti abilitanti, agendo in un regime di “possibilità del compito”. A volte in azienda si ricevono obiettivi impossibili; ho avuto la fortuna di imparare subito alcuni aspetti del lavoro del consulente: analizzare la domanda, aderire al contesto, comprendere la natura del compito, vedere chi hai di fronte e cercare di capirne il drive. Grazie Sergio Capranico, sei stato un buon maestro.
Il candidato ideale non sempre esiste. Sarà autentico il bisogno? Ci sarà allineamento? E il budget?
“Mi racconta di lei a partire dal suo percorso formativo?”
Non facile fare sintesi... 8 anni di libera professione, 10 d’azienda e ancora libera professione, ma ci ho provato.
Alcuni “fili rossi” hanno accompagnato la mia attività lavorativa, sempre abbinata alla ricerca di senso per me e per l’organizzazione. Dopo la tesi ho ricevuto diverse offerte di lavoro nelle nascenti Apl ma io volevo esplorare, volevo capire che cosa potesse fare uno psicologo del lavoro in azienda, volevo vedere più aziende possibili, volevo osservare, ascoltare, analizzarne i flussi, le funzioni, i bisogni, il punto di vista delle persone, volevo dare il mio contributo per farle crescere, volevo fare consulenza. Non ho avuto il tempo però di raccontarle tutto questo.
Forse è per questo che mi è venuta voglia di scrivere.
“Uno dei miei fili rossi sono quindi le Aziende, il BtoB ma anche le persone (quindi anche il BtoC) candidati e clienti interni ed sterni... Insomma ho fatto un sacco di cose”...
“Porto valore laddove: sia necessario un supporto allo sviluppo della comunicazione nei confronti dei candidati, attraverso le leve dell'employer branding anche mediate dalle nuove tecnologie digital e social. Sia necessario progettare ed erogare assessment di valutazione delle competenze. Sia necessario implementare politiche di performance management attraverso l'elaborazione e la delivery di sistemi strutturati di condivisione degli obiettivi e misurazione dei risultati abbinati alla logica delle competenze. Sia vitale l'identificazione dei gap formativi delle reti di vendita e relativa progettazione ed erogazione di percorsi formativi, sia di gruppo che individuali. Sia necessario implementare una comunicazione interna per favorire l'engagement dei collaboratori, anche attraverso l'utilizzo di nuove metodologie abilitanti. Sia necessario organizzare convention e formazione esperienziale. Sia necessario vendere tutti i processi suddetti sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione.”
“Sì attualmente lavoro”
#energiaPura è il nome della ritrovata, inaspettata, libertà nell’espressione delle mie potenzialità professionali, come si legge dal mio profilo Linkedin e di cui sono Project Manager. L’unica situazione in cui mi prendo impegni commerciali in esclusiva e a buon fine.
Sono una donna felice. Ho entusiasmo per natura. So nuotare in mare aperto, so dosare l’energia per lunghi percorsi. So posticipare i bisogni, so occuparmi del prossimo, perché lo vedo. So ascoltare. Sono grata per tutte le occasioni di apprendimento.
Aspiro a generare valore in contesti dove l’entusiasmo, la capacità di avere visione e di trasferirla, il desiderio di conoscere cose nuove e di applicarle in azienda, la volontà di sorridere e di lavorare con piacere siano ritenute un plus. Oggi collaboro con #Cellular Italia e con #greenJobs - come libera professionista - due realtà con cui condivido valori e obiettivi. "Sarei felice di lavorare in squadra indossando la stessa maglia al 100% del tempo, sì".
#grazie per la domanda aperta, apparentemente ingenua.
Si è verificata quella cosa che auspicavo durante la scrittura della mia tesi: nelle Apl il colloquio di lavoro diventa un colloquio di valutazione del potenziale e di orientamento nella misura in cui ogni risorsa umana può, attraverso l’azione organizzativa dell’apl e delle sue persone, rispondere al bisogno di aziende clienti. La capacità le leggere il mercato da parte degli operatori riesce anche a restituire quel “principio di realtà” che a volte ai candidati manca, soprattutto se si affacciano al mercato per la prima volta, oppure se sono stati a lungo dentro un unico contesto. Una “mamma buona” azienda con cui si sono scambiati tanto ma che poi tutto è finito, magari all’improvviso. Perché nulla è per sempre e nemmeno i rapporti di lavoro. Nemmeno le aziende. Ho incontrato molte persone che hanno perso assieme al loro lavoro anche la voglia di sorridere. Ne ho anche aiutata qualcuna a vederne i lati positivi: il cambiamento obbliga ad uscire dal torpore della copertina delle certezze. Uscire dall’area di comfort implica ricordarsi di chi si è, di che cosa si sa fare e soprattutto a comprendere che il mondo è fatto di opportunità e che c’è ancora molto da costruire. Magari per il resto della propria vita professionale.
Rimanga la dignità però, perché dietro ad ogni record del database ci sono persone nella loro meravigliosa unicità.
Stamane con la tua domanda aperta mi hai aperto il cuore cara stagista. La professionalità ha un valore. Pretendi di poter usare il tuo cognome nella mail cara “stagista” perché così oltretutto potrei ringraziarti. Sei stata la owner di un processo di consapevolezza.
Grazie, Silvia.
Psicologa del lavoro con spiccata curiosità per gli enzimi. Amo far crescere. #energiaPura è il nome che mi rappresenta in azione.