Le parole sono importanti, e se decidiamo di parlare di emozioni dobbiamo farlo con proprietà di linguaggio, anche perchè molti di noi hanno una grande opportunità oggi: quella di restare con noi stessi e di ascoltarci.
Possiamo - se non l’abbiamo mai fatto - stare a casa ed entrare in contatto con quel mondo interno a cui abbiamo rinunciato molte volte in onore della prestazione, della corsa contro il tempo; ecco adesso forse è il momento in cui possiamo riconnetterci con noi stessi e con gli altri.
Non avevo mai scritto a quattro mani e sono grata a Maria Cento, la collega psicologa, esperta in ipnosi ed EMDR e segretario dell’Associazione Giovani Psicologi della Lombardia, che con delicata empatia ha saputo sintonizzarsi con le mie parole e completare alcuni appunti che avevo steso su un foglio bianco.
Ne è nato un racconto che speriamo potrà servire e che decidiamo di mettere in comune.
In questo periodo ho leggiucchiato cose in rete:
“la paura va dominata…” la paura va repressa…(io non credo)
“..è utile riconoscere e accettare la Paura: la paura non è il panico” (vero)
“la preoccupazione non è l’angoscia” (vero)
La paura è quell’istinto primordiale che ci salva la vita.
E’ un’emozione salvifica che attraverso l’attivazione del sistema simpatico, permette di avviare tutte quelle risposte di sopravvivenza alle minacce che vengono percepite e quindi, se si esprime in modo funzionale, proprio grazie alla paura possiamo agire in un modo protettivo, per noi e per gli altri.
La difficoltà di questa situazione è che scappare non serve. Anche negare che ci sia qualcosa da cui scappare non serve.
Per salvarci la vita e salvarla agli altri, per proteggerci e proteggere, dobbiamo “stare”.
Stare a casa, interagire con meno persone possibili di persona; ristrutturare, adattandole, le nostre relazioni.
E’ come un gioco di gruppo in cui possiamo vincere tutti se solo giochiamo tutti con le stesse regole.
Perchè dobbiamo evitare di sovraesporci all’informazione di TV e social:
Se passiamo la giornata a pensare al problema non stiamo vivendo nel presente ma stiamo usando il nostro tempo per rimuginare, per passeggiare avanti e indietro in un tempo che ancora non c’è o che è già stato. in entrambi i casi, un tempo che ci nega la possibilità di poter fare qualcosa.
Una preoccupazione che, in questo momento, è comprensibile occupi una quantità cospicua dei nostri pensieri diventa, qualora ci si sovraesponga, totalizzante e ansiogena; diventa appunto tempo sospeso e si ripercuote negativamente sulla nostra persona nella sua dimensione del benessere psicologico e fisico. Riducendo le nostre difese immunitarie, attaccando il nostro senso di efficacia.
Rimuginare inquina il nostro stato d’animo. Ci fa perdere il sonno. Incide sul nostro ritmo circadiano in quanto il rimuginare stesso è fonte di stress e preoccupazione, a causa della sua improduttività.
Il fatto di non avere la certezza della fine della pandemia (e del pericolo) produce angoscia. E ancora una volta è necessario saper stare dentro questa sensazione di incertezza. Ma soprattutto provare a trasformarla in qualcosa che contribuisca alla nostra crescita, come persone, come comunità. Come società.
Perché stare non significa solo stare fermi, significa anche essere, nel qui ed ora… esserci, essere con…agire per trasformare l’angoscia in azioni funzionali al nostro benessere.
Quando ciò non accade, angoscia e preoccupazione alimentano lo stress che supera la soglia buona.
Lo stress buono è attivazione (e lo sanno bene gli atleti) che consente performance positive. Consente di raggiungere quello stato di concentrazione su quello che si fa (flow) che fa perdere il senso del tempo tipico di quando ci divertiamo molto immersi in qualche attività.
Che cosa fare se avete tempo libero invece di guardare la tv:
Fare altro, spostare la propria attenzione è in questo momento fondamentale per preservare una quota, il più possibile ampia, di benessere.
Fare altro non significa negare, fuggire, significa permettere alla nostra persona di esistere oltre quello che questa pandemia determina ma nel rispetto delle regole necessarie e imposte.
Significa giocare ( e uso volontariamente un termine che ispira ludicità) a re-inventarsi, a riscoprirsi. Significa abbracciare, oltre alle emozioni meno positive, anche quelle più positive che noi stessi possiamo contribuire a determinare.
Possiamo ritrovare quelle semplici attività quotidiane, magari attingendo alle tradizioni familiari:
- lavorare a maglia
- Praticare Yoga
- Meditare
- Giocare con i bambini, o fra di voi
- Riscoprire il piacere di fare la pasta fatta in casa
- Disegnare
- Dipingere
- Dare il bianco alle pareti
- Fare ordine e buttare (o donare) le cose che non usate
- Fare docoupage
- Leggere, anche cose diverse dal solito
- Accudire i nostri animali domestici
- Scrivere: le nostre emozioni, un diario, le piccole positività della giornata
Ogni attività manuale (se non lavorate al pc) o comunque nel tempo libero attiva una nostra intelligenza, forse dimenticata, quella che ci consente di creare, senza pensarci troppo, con le mani.
Pregare, qualsiasi sia il tuo credo, fa bene. Lo dicono diversi pensatori fra cui:
- William James, medico, filosofo e padre della moderna psicologia “Certo, la cura migliore contro l’ansia è la fede”
- Francesco Bacone, filosofo “una infarinata di filosofia inclina la mente degli uomini all’ateismo; ma una profonda conoscenza della filosofia riporta la mente umana alla religione”
- A. A. Brill, medico psichiatra “E’ estremamente difficile che sia fretta da nevrosi una persona intimamente e sicuramente religiosa”
Chiamare qualcuno semplicemente per conversare fa bene.
Abbiate cura, in questo momento così delicato per tutti noi, di scegliere le persone con cui conversare, così da poter essere parte di un confronto empatico, attivo, capace di donarvi anche uno spazio di leggerezza e ilarità. Non considerate gli altri come un cestino nel quale svuotare semplicemente le vostre ansie, ma non siate voi quel cestino.
Un esercizio di rilassamento tratto da un mio corso sullo #stressmangement
Se amiamo questa vita dobbiamo fare di tutto per continuare a stare bene, anche con i nuovi limiti dettati dalle circostanze.
Quindi:
- Seguiamo solo le fonti ufficiali (governo, Ministero della Salute, Organizzazione Mondiale della Sanità-OMS)
- Atteniamoci alle disposizioni e alle agevolazioni (ad esempio spesa e servizi a domicilio) previsti da parte del primo cittadino del domicilio.
E...Ricordiamoci...
La situazione attuale è ANCHE l’occasione straordinaria di avere cura ed esercitare creatività accogliendo quanto sta accadendo e quello che proviamo.
Un abbraccio virtuale.
Silvia
Scritto a quattro mani con la collega Dr.ssa Maria Cento,
Psicologa Ipnosi - Emdr-Terapia a Seduta Singola
www.nuoviequilibri.com